Goethe disse “vedi Napoli e poi muori”.
Se a Napoli ci siete stati di sicuro questa frase vi sarà passata per la mente almeno una volta, guardando il mare per esempio o godendovi l’ultimo morso di pizza.
Napoli fa questo effetto, ti sembra, guardandola, che la vita sia tutta lì. I canti, le tradizioni, la bellezza, il senso di impotenza, la rabbia, la musica, e quando pensi di aver visto tutto ti regala nuove sorprese.
Sotto la città di cui tutti abbiamo goduto ne è nascosta un’altra, altrettanto ricca di storia e di segreti.
Napoli Sotterranea, che si trova a 40 m di profondità, ha una storia antichissima , infatti i primi scavi risalgono a 5.000 anni fa. Questi hanno servito tacitamente la città in differenti occasioni, sono stati luogo di rifugio durante le guerre ma anche cisterne, da cui gli abitanti dell’allora Neapolis, attingevano per procurarsi dell’acqua, i cunicoli dell’acquedotto formavano una vera e propria rete sotterranea con lo scopo di alimentare fontane ed abitazioni situate in diverse aree della città, questo meraviglioso luogo di 2.000.000 m² continua a scrivere la sua storia.
Oggi Napoli Sotterranea, ospita anche un Orto Ipogeo.
In un ambiente apparente ostile, nel sottosuolo senza luce solare, vengono coltivate specie come Ocimum basilicum, Petroselinum crispum, Rosmalinus officinalis, Lycium Barbarum, Fragraria vesca e Punica granatum.
Queste specie sono sottoposte a metodi di coltivazione indoor attraverso i quali si ottengono vantaggi come l’isolamento rispetto a polveri sottili, gas di scarico, organismi patogeni, ma che sono utili anche per il monitoraggio di determinati parametri, il pH per esempio ma anche la percentuale di micro e macro elementi.
Questo progetto sperimentale consente di comprendere il comportamento delle colture quando queste si trovano in condizioni non ottimali per la propria sopravvivenza, pensiamo per esempio all’umidità, o alla temperatura e quindi di valutarne la capacità di adattamento.
Le specie sono poste in ordinari bancali e l’assenza di luce solare viene compensata dall’utilizzo di lampade HPS (High Pressure Sodium) , quelle che si usano anche per coltivare La Maria, vero Er Gino?
L’Orto Ipogeo ha riscosso numerosi interessi, tra studenti, botanici, ricercatori e curiosi di tutte le età, persino da parte della NASA (National Aeronautics and Space Administratios). Questa guarda al progetto nell’ottica della colonizzazione di altri pianeti, nello specifico, in riferimento alla capacità di produzione di materie prime in luoghi ostili, in modo da garantire autosostentamento, a generazioni delle future comunità umane extraterrestri.
Insomma l’ Orto Ipogeo merita davvero di essere visitato, fosse anche solo per lo stupore di trovare in un luogo cosìgrigio ed apparentemente privo di vita un ambiente colmo di piantine verdi o arbusti, magari in fiore o addirittura con qualche frutto.
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