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Ulivi energetici

Aggiornamento: 3 giu 2020

Il mondo dell’olivicoltura pugliese, tra alti e bassi, tra mosche, gelate e batteri, ogni tanto sforna qualche idea particolarmente originale. Noi sclerati la più recente l’abbiamo scoperta qualche settimana fa: la società ‘Fiusis’. Si tratta di un pugno di giovani imprenditori pugliesi che, prendendo ispirazione da alcuni modelli di economia circolare già ben collaudati in centro e nord Europa, hanno aperto in Salento, a Calimera, un’azienda che gli è valsa il riconocimento di Flagship dello sviluppo sostenibile da parte dell’Unione Europea nel 2019. L’impianto produce calore ed energia bruciando cippato di legno vergine (cioè legno sminuzzato e compattato in scaglie) proveniente da residui della potatura degli ulivi; utilizza tecnologie avanzatissime, su cui sarebbe troppo complicato soffermarsi ora: in breve, il calore prodotto viene propagato attraverso un fluido che arriva ad azionare una turbina che produce energia elettrica. Le ceneri prodotte dalla combustione vengono poi riutilizzate come fertilizzante, e le emissioni sono di molto inferiori ai limiti consentiti dalla legge, sia perché, per la natura del combustibile, non possono contenere alcun elemento inquinante, sia perché i fumi prima di essere espulsi subiscono un complesso processo di filtraggio. Grazie a quest’azienda la città di Calimera si può vantare di essere la prima città salentina ad alimentarsi in gran parte ad energia verde, e migliaia di agricoltori possono conferire con facilità i loro scarti. E’ un esempio coraggioso, un vero modello di sviluppo sostenibile, un prototipo di economia circolare, un sistema equilibrato, e a raccontarlo sembra quasi inverosimile che sia nato nel più profondo Sud… E’ anche un’avventura di speranza e di riscatto per la Puglia: Fiusis ci dà per l’ennesima volta la certezza che la sostenibilità non esiste solo in teoria, come molti vorrebbero far credere, ma parte dalla nostra iniziativa, fantasia, entusiasmo. Di aziende del genere, come accennavo prima, ce ne sono molte in Europa, ma il fatto che Bruxelles abbia voluto premiare proprio Fiusis, come ‘Portabandiera dello sviluppo sostenibile’, sta ad indicare proprio che non è solo la tecnologia di questo audace esperimento a vincere, ma è l’audacia che ci è stata messa. Spesso chi parla di anticapitalismo non ha, concretamente, alcuna alternativa da proporre. Questo, invece, significa cambiare il modo di pensare l’economia, darle una nuova impronta, diffondere una … sostenibile leggerezza dell’economia!

DRUPO

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