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Immagine del redattoreEr Gino

Tisana sul Rio

Aggiornamento: 3 nov 2020

L’ayahuasca o daime, yajè, caapi, è l’enteogeno più importante della regione amazzonica. Viene ampiamente utilizzata per scopi religiosi e terapeutici in Sud America da millenni, ma dai primi del ‘900 è stata esportata in Europa, Asia e Nord America grazie a nuovi culti influenzati da quelli originari. Ayahuasca significa in lingua quechua -la Decathlon non c’entra nulla- “liana delle anime” e generalmente identifica un decotto di due piante specifiche: una liana contenente alcaloidi armalinici, la Banisteriopsis caapi C.V. Morton ed un arbusto che produce DMT, la Psychotria viridis Ruiz&Pavon. La DMT o dimetiltriptammina è una molecola presente nel nostro organismo rilasciata durante il sonno in fase REM. Per fortuna o purtroppo questa viene “disinnescata” mediante interazioni biochimiche… è qui che entrano in gioco gli alcaloidi armalinici della liana, questi evitano l’alterazione della DMT dopo l’ingenstione della bevanda, provocando una fortissima esperienza allucinogena. Poco dopo l’assunzione il soggetto rigurgita “l’anima”, secondo i cultori entra in una fase di purificazione fisica e spirituale che poi lo porterà in una trance visionaria di crescente vividità. Durante la trance l’assuntore ha modo di interagire con entità -spesso descritte come rettili, felini o piante della foresta- che lo guidano in un “viaggio” nel proprio subconscio, finalizzato a mostrargli  conflitti, episodi o relazioni problematiche da una prospettiva superiore, più chiara e risolutiva. Solitamente chi assume ayahuasca lo fa per un motivo ben preciso, che certamente non è la voglia di divertirsi. In Occidente l’ayahuasca sta spopolando tra i fricchettoni curiosi, i depressi e gli scienziati per le sue incredibili proprietà. La Chiesa del Santo Daime è una religione sincretica cristiana, nata negli anni ‘30 in Brasile da un uomo che seppe fondere gli insegnamenti del Vangelo con quelli delle religioni tribali indigene. Lo stile di vita promosso è genuino e rispettoso della natura, utilizzano il Santo Daime come strumento divino per entrare in risonanza con se stessi ed il creato; il loro motto è: “armonia, amore, verità e giustizia”. Interessante è anche l’antichissima mitologia riguardante la bevanda, questa coinvolge i progenitori dell’Umanità, un’anaconda, la foresta, capanne comunitarie, bambini spezzettati e poi mangiati dagli adulti della tribù -c’è qualcosa che mi ricorda la mitologia dionisiaca e il comunismo…-.

Anche se vi ho descritto una droga pericolosissima per la nostra sanità mentale, eresie mistiche e molecole che produciamo illegalmente ogni volta che andiamo a nanna, spero l’abbiate preferito ad un report sulle distese infinite di monocolture che stanno velocemente occupando l’Amazzonia.

ER GINO

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