C’è chi dice che la pianta del peperoncino, così come anche altre specie vegetali, ha scelto noi umani come suoi vettori preferiti, ovvero ci sfrutta per la sua propagazione che è il fine ultimo di tutti gli esseri viventi - forse anche dell’Homo sapiens che passa il tempo a dimostrare a tutti quanto è bravo a fare cose biologicamente inutili, tra le quali non c’è leggere Lo Sclerozio, sia chiaro! - . Il peperoncino è una spezia prodotta dalla bacca di più specie del genere Capsicum, parte della meravigliosa famiglia delle Solanacee. La spezia è originaria delle Americhe e giunse in Europa con i viaggi oltreoceano del XV sec. insieme a tante altre bontà che oggi mangiamo tutti i giorni. Testimonianze della coltivazione di peperoncino risalgono a 6100 anni fa in Ecuador, ciò significa che all’uomo questo frutto caliente piaceva già da parecchio tempo.
Ma quindi come ha fatto il “diavolicchio” a piacerci così tanto da farci diventare suoi sottoposti?
Se mordo un peperoncino inizialmente ne apprezzo il sapore, piacevolmente fresco e fruttato, poi sento un lieve pizzicore alla lingua ed il calore inizia ad invadermi la bocca, poi queste sensazioni aumentano sempre più finchè non diventa vero e proprio dolore, la sudorazione aumenta, sento il calore in tutto il corpo, addirittura mi lacrimano gli occhi, finché non inizia a diminuire il bruciore e riesco a riprendere il controllo di me per poi riderci su con chi mi ha visto soffrire. Può essere la metafora per una particolare storia d’amore, ma è solo l’effetto della capsaicina e di altri alcaloidi simili ad essa da cui scaturisce la sensazione che tutti voi avrete provato. A proposito il Prof. Mancuso scrive: “Quando il corpo percepisce il dolore sulla lingua dà il via libera a una cascata di segnali che arrivano al cervello che, per alleviare la sofferenza, produce endorfine, un gruppo di neurotrasmettitori dotati di proprietà analgesiche e fisiologiche simili a quelle della morfina, ma molto più potenti. La sensazione di benessere delle endorfine induce dipendenza ed è la chiave per capire l'arcano potere del peperoncino, di cui ogni anno vengono selezionate dall'uomo varietà sempre più piccanti.”. I breeders, ovvero coloro che creano gli incroci, fanno letteralmente a gara per chi riesce a ibridare il peperoncino con il grado di piccantezza più alto, misurato sulla scala Scoville, nella quale il peperone dolce ha un valore di 0 SHU (scoville heat unit), mentre il peperoncino che attualmente detiene il titolo di “più piccante al mondo”, il Carolina Reaper, ha 2.200.000 SHU.
Il piccantissimo Carolina Reaper
Che ci trovano di bello nel mangiare qualcosa che provoca dolore sia all’entrata che all’uscita? Non so dirvelo, ma anche a me piace, del resto è un meccanismo studiato per funzionare!
Credo che tutti abbiamo conosciuto qualcuno che a tavola mangia peperoncino come fosse pane ed effettivamente c’è gente davvero ossessionata dal cibo piccante; probabilmente avrete sentito delle fiere che si tengono ogni anno in tutto il mondo a tema spicy.
Ormai il Capsicum è coltivato attentamente dall’uomo in tutto il mondo, ne abbiamo raccolti 38.027.164 tonnellate nel 2019 (FAOSTAT), esistono migliaia di varietà coltivate ognuna con le proprie caratteristiche genetiche. Sfido chiunque a trovare una casa in cui non ci sia sulla mensola in cucina; siamo arrivati anche a usarlo per la difesa personale. A questo punto posso dire che il successo del peperoncino è indiscutibile; se questa pianta gareggiasse per la maggior diffusione, sono certo che gli uomini verrebbero bruciati in partenza anche in questo caso.
Er Gino
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