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Immagine del redattoreEr Gino

All’ombra dell’ultimo fiore

Credo sia il caso di scrivere riguardo una pianta a me molto cara; per me simboleggia la libertà, di pensiero, di espressione, di parola, di scelta e d’azione. Lei mi ha aperto le porte alla meravigliosa complessità del mondo naturale e alla realtà della sconfinata avidità umana. Sto parlando della Cannabis sativa L.

Ci ha fatti incontrare una sottilissima cartina a casa di un amico, come di consueto. Con “consueto” mi riferisco ai circa 12,4 milioni di italiani di età compresa tra 15 e 64 anni che almeno una volta nella vita ne hanno fatto uso, secondo i risultati risalenti al 2017 dei dati Emcdda e Istat, relativamente alla “marijuana” con effetti psicoattivi.

Facciamo un po’ di chiarezza: la C. sativa L. comprende una enorme quantità di varietà coltivate, essendo una pianta che affianca l’uomo sin dalla preistoria. Tra le varietà oggi diffuse ci sono quelle che contengono, nella resina delle infiorescenze femminili, quantità di THC - il principio attivo stupefacente più rilevante - superiori allo 0,6% (illegali in Italia), tante altre che invece non superano tale limite di legge e posseggono le più svariate caratteristiche e proprietà. Si dovrebbe sapere che di questa pianta, l’utilizzo più frivolo che se ne può fare è fumarsela, ma forse per i più, è l’unico che si conosce. Essa, infatti, è ottima come isolante e materia prima sposata con la calce in edilizia, come fibra per cordame e tessuti, per la produzione di bioplastica, carta, prodotti farmaceutici ed alimentari; insomma una carta vincente per tutti i problemi legati all’inquinamento industriale ed edilizio, considerando che cresce a qualsiasi latitudine con le minime attenzioni. Nel Mondo, e lentamente anche in Italia, la canapa sta recuperando il terreno perso dopo i decenni di proibizionismo scellerato, ricreando quella ampia e potente economia che girava attorno alla foglia dalle sette punte. Spero di non avervi detto nulla di nuovo fin’ora.

La coltivazione di canapa per uso tessile era un fiore all’occhiello in Italia.


Arriviamo al dunque: sono preoccupato perché il nostro “Bel Paese“ non ha assolutamente fatto chiarezza riguardo le leggi che regolamentano la coltivazione e la vendita della Maria…più santa di così!

Nell’agosto 2020, mentre gli italiani erano in vacanza per dimenticarsi che il COVID-19 era ancora in circolazione, la Gazzetta Ufficiale pubblica il D.M. del 27/07/2020, con il quale il Ministero dell’Agricoltura inserisce la “Cannabis sativa infiorescenza” destinata ad “usi estrattivi” tra le piante officinali. Una bella spinta a favore della canapicoltura italiana, che inizia ad aver bisogno di regolamentazioni chiare e non più orbitanti attorno a testi fraintendibili ed estremamente generici. Ma qualche mese dopo arriva il “fulmine a ciel sereno”. Il Decreto del Ministero della Salute del 01/10/2020 inserisce il cannabidiolo -per gli amici CBD- ottenuto da estratti di Cannabis, nella sezione B della tabella dei medicinali a base di sostanze attive stupefacenti. Il CBD stupefacente? Antinfiammatorio, rilassante, antidolorifico, ma psicoattivo da quando? L’inghippo sta nel fatto che estraendolo da materiale vegetale si può raggiungere il 99,9% di purezza, ma in quel 0,1% c’è dell’altro che potrebbe essere stupefacente…a me fa già ridere così! I nostri furbacchiotti hanno fatto questa manovra ingegnosa per spalancare l’ingresso nel mercato ad un farmaco a base di cannabidiolo sintetico della G.W. Pharma, l’Epidyolex. Ma dopo 27 giorni ci ripensano e la Gazzetta pubblica la sospensione del decreto del primo ottobre. “Ragà decidetevi!”, gli direi io.


Il CBD, nelle sue varie forme, è un validissimo alleato nel trattamento di epilessie, SLA, morbo di Parkinson, dolori e contrazioni muscolari di vario genere -tanto da riscontrare grande popolarità anche tra gli sportivi-, il tutto senza alcun effetto negativo se usato nelle giuste dosi. Ci sarebbe un libro da scrivere, cosa che hanno già fatto tanti studiosi e scienziati; come sempre cari lettori miei, vi esorto ad informarvi e ad essere curiosi. L’Italia era un’eccellenza mondiale nel settore della cannabis nei tempi in cui questa pianta dai mille utilizzi era parte di tutti i giorni e non perché il mondo era pieno di fattoni!

ER GINO

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