Non è mia, è di Confucio, ma la frase del titolo riflette a pieno il mio pensiero. A ‘sto giro non vi racconto una storia, ma La Storia.
Un ricordo, un’impressione, una favola o un fatto, trasmessi nel tempo con qualsiasi mezzo per diventare memoria comune. Il fatto che la storia sia la madre dei cicli è noto da due punti di vista.
Il primo nel senso stretto della trasmissione informativa: la storia è una parte di tempo memorabile, divenuta tale per la sua importanza, tramandata tra popoli, tribù, famiglie e poi maestri, istruttori ed esperti sino ad oggi, che possiamo conoscerla attraverso dei cristalli liquidi.
Il secondo punto di vista, più sottile e dissimulato, è invece nell’avvenimento.
Avevo 15 anni e la Prof di letteratura mi portò ad un convegno a sentir parlare un certo Prof. Sabatini (quello della TV, dell’Accademia Della Crusca) ed egli a qualsiasi domanda che interessasse il collegamento tra storia antica e moderna ripeteva una frase di G.B. Vico: ‘’La storia è fatta di corsi e ricorsi’’. Lo ripeteva con una tale sicurezza, che la sua allusione alla ciclicità di un avvenimento diventava realtà negli esempi o nelle previsioni che faceva, tant’è che quasi tutti si convinsero di ciò, me compreso che sono qui a scriverne.
Provo a convincere anche voi, lettori sclerati: siamo a gennaio 2020 ed il tema dello scorso anno è stato senza dubbio il climate change. Il nome Greta Thunberg è stato ricercato su Google circa 3 miliardi di volte eppure sembra non essere la prima a scioperare per i cambiamenti climatici o per l’inquinamento (e neanche l’ultima dato che dopo di lei milioni di ragazzi ne hanno scioperato per la causa).
I primi a creare un vero e proprio movimento stampo #fridaysforfuture furono i sessantottini, preoccupati del mal sfruttamento delle risorse rinnovabili ed ‘ironia della sorte’ del nuovo materiale allora in produzione chiamato plastica, oggi bestia nera degli ecologisti e nemico assieme alle alte temperature, della piccola svedese. Ciclo storico: la preoccupazione per la pericolosità di un materiale ignoto oggi diventa un serio problema oggetto di studio degli ecologisti.
Ogni ciclo ha una morale. Quella di questo breve esempio è la morale di tutta la precedente discussione.
Se solo aprissimo le idee considerando quello che la storia ci ha già offerto, dandoci esperienza, vittorie, sconfitte e riflessioni, forse potremmo avere un futuro migliore. Dal movimento del ’68 ad esempio, nacque il partito verde, che fece furore nei 20 anni successivi nei paesi nordeuropei che oggi sono il fiore all’occhiello del rispetto dell’ambiente. Lì il ciclo si è chiuso, qualcuno ha rispettato prima la storia e poi l’ambiente.
Questa parentesi, però, non vuole essere moralista né autocritica, piuttosto propositiva (dato che siamo ad inizio anno): i cicli hanno sì una morale, ma anche un capo ed una coda coincidenti, e per quanto lungo possa essere il tragitto ed arduo il percorso, prima o poi vi si dovrà arrivare. Noi siamo gli attori della storia e possiamo rendere breve un ciclo angusto semplicemente conoscendo il nostro passato, tutto qui.
Il Mangiastorie vi augura buon anno futuro e, a questo punto, buono studio del passato!
GFOOD
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