Miei carissimi lettori, è un piacere rincontrarci!
Oggi il mangiastorie vi propone una guida pratico-informativa su uno degli argomenti più discussi di sempre: ‘Come si fa una buona caffettiera?’.
Partiamo dalla materia prima: acqua e caffè.
L’acqua, la molecola più importante per la vita, è uno dei solventi più utilizzati nelle preparazioni alimentari. Per dirlo in maniera casalinga: l’acqua quando prepari qualcosa da mangiare o da bere, ce la metti sempre!
Per quanto riguarda la moka, l’acqua è fondamentale perché il caffè possa passare da essere polvere ad essere bevanda. Nell’acqua migrano tutte le sostanze aromatiche presenti nei chicchi di caffè.
Perché questo avvenga, l’acqua deve salire di temperatura. Bastano circa 70°
per una quasi totale estrazione. Altra condizione è la presenza di una pressione elevata (7-9 bar), che già di per se si crea nella moka.
Un’ acqua ricca in sali minerali darà un caffè leggermente amaro, ma se il sale è di calcio questo elemento potrà dare al caffè un corpo maggiore (ma anche rovinare la moka!).
Altro principio è che più il caffè viene diluito, più la caffeina farà effetto.
Quindi un’acqua del rubinetto, magari tenuta in un bicchiere per una decina di minuti, sarebbe perfetta.
Il caffè, usato sotto forma di polvere finemente macinata, è un prodotto che proviene dalla bacca di una pianta del genere Coffea.
Il nome deriverebbe dall’altopiano di Kaffa, in Etiopia in cui un pastore notò che le sue caprette, mangiando i frutti e le foglie della pianta non dormivano la notte.
Ha origini antichissime, il suo uso nasce in Turchia intorno al 1580 mentre in Europa risale al Medioevo.
Quello che ‘ci piace’ del caffè è la caffeina. Ci sono poi altre dozzine di molecole aromatiche presenti in quantità e proporzioni differenti nelle due varietà di caffè Arabica e Robusta.
La caffeina (che è il secondo nome della teina!) è un alcaloide naturale basico che inibisce il sonno, è stimolante e favorisce la diuresi.
Prima di passare alle istruzioni non posso che menzionare la Moka, un macchinario inventato in Italia, simbolo della nostra Nazione e della nostra cultura del caffè.
Fu inventata da Bialetti nel 1933 ed ancora oggi è usata dal 70% degli italiani.
Il nome probabilmente deriva da un’affermazione di Pellegrino Artusi, il primo studioso degli alimenti e della cucina in Italia, che nel suo libro ‘La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene’, sostiene che il miglior caffè sia quello di Mokha, nello Yemen.
Il funzionamento della moka è abbastanza complesso, quello che c’è da sapere è che la temperatura dell’acqua fa innalzare la pressione dell’aria.
L’aria spinge l’acqua verso l’alto, estrae la polvere e ne otteniamo il caffè.
Per quanto riguarda i materiali, alcune macchinette moderne sono fatte di materiali diversi dal classico alluminio, che non lasciano residui e resistono meglio le temperature. Sono un’ottima innovazione della classica moka.
E finalmente ecco la guida che tutti aspettavate:
La moka deve essere pulita, ben lavata e senza residui;
L’acqua va inserita entro la valvola di sicurezza (se è di sicurezza un motivo c’è);
Il caffè va messo nel filtro senza fare montagnette o voragini, nella giusta quantità e con una leggera pressione;
La moka va stretta a sufficienza e per ottenere una migliore diluizione del caffè ma soprattutto preservare il gusto nella fase di fuoriuscita, è utile mettere qualche goccia di acqua sul fondo del pezzo superiore;
La fiamma deve essere lenta, bassa e se troppo invasiva può anche essere spenta prima che tutto il caffè fuoriesca. Più il caffè zampilla durante la fuoriuscita, più saprà di bruciato e perderà gusto e densità;
Dopo la completa fuoriuscita il caffè va girato, la temperatura deve essere di 65-70 °C, oltre questa verranno fuori degli aromi sgradevoli.
In ultimo, si consiglia di far ‘respirare il caffè’. Prima di berlo, mettilo in una tazzina, fallo raffreddare li e poi cambia tazzina: il gusto del caffè sarà più equilibrato.
se bevi caffè amaro scegli una miscela con più robusta, l’arabica si sposa bene con uno zucchero di canna, del latte oppure del buon miele.
Detto questo, caro lettore, ti saluto! Goditi il tuo caffè come fosse una pausa studio, o come prima coccola della giornata o anche come scusa per incontrare, parlare ed ascoltare qualcuno.
Fare e bere caffè è sempre un buon motivo per fare qualcosa che ti rende felice!
GFood
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