Ex Fabbrica Montedison, Rogoredo, Milano
Cari amici, i boschi, come cappuccetto rosso c’insegna, non sono abitati solo da gnomi, folletti, fate e da mille altri personaggetti. I boschi da millenni attraggono gli uomini, forse per il loro mistero, forse per il loro “silenzio”, forse per chissà cos’altro che abbiamo in testa. Ma i boschi non sempre son così poeticiː è il caso del bosco Rogoredo, situato in un quartiere nella periferia sudest di Milano, vicino a Linate, all’ombra degli studi di Sky. Si tratta di un boschetto intricato e pieno di passaggi e punti poco visibili, con il tempo diventato ritrovo di uomini, donne, ragazzi disperati, è una delle principali piazze italiane di spaccio e prostituzione. Non vale la pena riportare l’elenco delle decine morti del bosco di Rogoredoː vorrei rivolgere un pensiero, a nome di tutti, ad Elnara, ragazza Ucraina di 28 anni, che poche notti fa, la sera del 19 maggio, si iniettava l’ultima siringa prima di essere presa dalle doglie del parto. In quella selva oscura in assenza del più fetente dei medici, è nato un bambino già sul nascere con la vita segnata, affetto da SAN (Sindrome da Astinenza Prenatale). I risultati medici sono già rassicuranti, e tutto fa credere che siano entrambi ormai fuori pericolo. Ma cosa può c’entrare tutto ciò con la musica?? Ebbene, insieme al bambino, qualche giorno fa è nata una speranza per quegli alberi, quel boschetto, per quelle persone. Il presidente del conservatorio di Milano, Raffaele Vignali, ha proposto un piano di recupero di una palazzina (un tempo fabbrica Montedison, nella foto in basso) a pochi metri dal parco, in cui avviare percorsi di ripresa e reinserimento per i tossici, le prostitute e la variopinta umanità del parco in collaborazione con la comunità di San Patrignano. Ma soprattutto ha chiesto di realizzarci una succursale del conservatorio con annesso auditorium. Insomma una proposta per far rivivere il quartiere, restituirlo alla collettività, alleviare la sofferenza delle persone che ci vivono dentro e il disagio di quelle che vivono dei dintorni. Mi piace sognare che tra non molto al posto di urla, sofferenza, siringhe, disperazione, in quel parco si possano ascoltare grida di bimbi che giocano, musiche etniche, note di classici e di cantautori. Negli anni ci sono state molte altre proposte simili a questa per il recupero della zona, mai andate in porto. Ma l’evento della nascita del bambino qualche notte fa, sembra aver dato una scossa veramente forte alla coscienza del quartiere e di tutta la città. E noi abbiamo una consapevolezza in piùː la musica e gli alberi possono superare il dolore umano, possono colmarne lo strazio e, ci auguriamo insieme ai milanesi, che il bosco di Rogoredo da Bosco della droga, diventi Bosco della Musica. D’altronde anche Dante ce lo ha insegnatoː persino la più oscura selva può essere la porta per il Paradiso.
Come diceva Peter Pan, ogni volta che un bambino sorride la prima volta, nasce una fata.
DRUPO
Comments