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Ore 13:00 – Pranzo: la pasta

Aggiornamento: 3 nov 2020

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Preparazione della pasta, Tacuinum sanitatis casanatense (XIV secolo)


Dopo lo spuntino delle ore 10 a base di cioccolato, in un mese, si son fatte le 13:00 e la pasta va calata! Ti pare che per pranzo non ci mangiamo l’alimento preferito dagli italiani? Ma chi l’ha inventata davvero? In questo numero tralasceremo un po’ i nostri amici microrganismi per raccontare una storia: parleremo di com’è nata la Pasta! La prima indicazione dell’esistenza di qualcosa di simile alla pasta risale a molti secoli prima della venuta di Gesù, al primo millennio a.C. In una tomba etrusca di Cerveteri infatti è stato rinvenuto il materiale necessario utile per la preparazione della pasta: dalla spianatoia al matterello; Le prime due date certe nella storia della pasta in Italia sono: 1154, quando in una sorta di guida turistica ante litteram il geografo arabo Al-Idrin menziona “un cibo di farina in forma di fili”, chiamato triyah (dall’arabo: umido, fresco) che si confezionava a Palermo e si esportava in botti in tutta la penisola (in Sicilia oggi si trova la tria bastarda; nel Salento i ciceri e tria; nel barese c’è la tridde); e 1279, quando il notaio genovese Ugolino Scarpa redigendo l’inventario degli oggetti lasciati da un marinaio defunto, riscontra una “bariscela plena de macaronis”, vaso pieno di maccheroni.

E la Cina muta: sappiamo che Marco Polo ne fece ritorno nel 1295, sfatando così la leggenda che sia stato lui ad introdurla in Italia. Probabilmente la Pasta non viene inventata proprio da nessuno: essa nasce quando l’uomo abbandona la vita nomade e diventa agricoltore, impara a seminare e a raccogliere. È in quel tempo che la storia dell’uomo si sposa e si incrocia con quella del grano e con il grano ha inizio la storia della pasta. Di raccolto in raccolto, di generazione in generazione, l’uomo ha imparato a lavorare sempre meglio il grano macinandolo, impastandolo con acqua, spianandolo in impasti sottili da cuocere in disparati modi. Se diamo uno sguardo alla pasta essiccata ci accorgiamo che proprio gli Arabi del deserto furono i primi ad essiccarla per garantire una lunga conservazione, poiché nelle loro peregrinazioni non avevano sufficiente acqua per ottenere ogni giorno la pasta fresca. Nacquero così dei cilindretti di pasta forati in mezzo per permettere una rapida essiccazione. Quando? Il più antico documento è costituito dal libro di cucina di ‘Ibn ‘al Mibrad (IX sec), dove appare un piatto ancor oggi conosciuto in Siria e in Libano: la rista, cioè maccheroni essiccati conditi soprattutto con lenticchie. Il mitico “sposo” della pasta, il pomodoro, arrivò in Italia dal Perù nel 1554, ma la coltivazione su larga scala ebbe inizio solo nel XVII secolo. La pasta col pomodoro nasce quindi “appena” quattro secoli fa. Fino alla seconda metà del XVIII secolo l’impasto della semola con l’acqua veniva effettuato, per grandi produzioni, con i piedi direttamente sul pavimento. Questo metodo fu felicemente utilizzato fino a quando Ferdinando II, re delle Due Sicilie dal 1830 al 1859, incaricò lo scienziato Cesare Spadaccini di inventare un processo meccanico. Questa industrializzazione del processo avanzerà a piccoli passi fino alla completa eliminazione della mano d’opera umana, grazie a macchine mosse dal vapore o dall’energia idraulica, nel secondo dopoguerra. Ci sarebbe tantissimo da raccontare sulla Pasta: storie e fiabe, aneddoti e citazioni ma lo spazio giunge al termine; non abbiamo discusso di fermentazioni o batteri, però sicuramente ve ne dovevano essere a biliardi in quelle paste impastate con i piedi!

FRAGNO

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