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Immagine del redattoreEr Gino

Le avventure di Gaia

Aggiornamento: 13 apr 2021


Nel 1979 in "Gaia. A New Look at Life on Earth", James Lovelock descrisse la sua teoria secondo la quale, il pianeta Terra va considerato nella sua interezza un sistema vivente che comprende tutta quanta la vita e tutto quanto il suo ambiente strettamente accoppiati, così da formare un'entità che si autoregola. Il chimico dell’atmosfera ebbe quest’intuizione dopo aver collaborato al primo programma spaziale NASA, quello che permise all'umanità di commuoversi osservando la Terra dallo spazio.


La teoria gaiana si basa su studi interdisciplinari che analizzano i meccanismi d’interazione tra la biosfera, atmosfera, idrosfera e litosfera, e di come questo complesso sistema risponde agli stimoli. La regolazione della temperatura terrestre, quella della salinità delle acque, quella dell’ossigeno nell’atmosfera e il ciclo del carbonio, sono processi che possono essere paragonati ai meccanismi che gli organismi viventi mettono in atto per regolare i propri equilibri interni (omeostasi); per esempio noi umani abbiamo fame se in bisogno di energie, sudiamo o facciamo la pipì per regolare i sali e l’acqua nell’organismo. Anche se l’ipotesi di Lovelock non fosse basata sulle storielle scritte sul biscotto del Cucciolone,non venne considerata scientificamente valida perché troppo teleologica, ovvero che presuppone un fine intenzionale, quindi parte di un “progetto divino”. Gaia tutt’ora non è completamente accettata dalla scienza...peccato, a me sta simpatica. Tutt’ora si fatica a pensare il pianeta Terra e le sue parti come una rete di interazioni, così come lo sono tante altre cose naturali, manteniamo l’attenzione sui dettagli di ogni singola parte senza vedere come queste si legano e comunicano tra loro.



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