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Nessun effetto è in natura sanza ragione” questa citazione di Leonardo Da Vinci spiega come in natura non ci sia niente lasciato al caso, e che l’evoluzione abbia reso tutto perfetto per il suo scopo.
Il genio fiorentino oltre ad occuparsi di pittura, cucina, matematica, anatomia e tante altre arti è conosciuto soprattutto come inventore. L’ispirazione per le sue opere è sempre arrivata dall’ambiente circostante. Non è un caso che venga riconosciuto come antesignano nella biomimesi, disciplina che studia la natura (i suoi processi, modelli ed elementi) come fonte di ispirazione per l’innovazione tecnologica e il miglioramento delle attività umane.
Lo studio del volo battuto, differente da quello planare, portò Leonardo a ideare nel 1485 l’ornitottero (dal greco ornis, “uccello”, e pteron “ala”), la prima macchina volante mossa mediante la propulsione umana. I materiali disponibili all’epoca erano troppo pesanti e Leo non vide mai la sua invenzione prendere “il volo”.
L’ambizione a volare non si ferma al Rinascimento. Come Da Vinci, anche George Cayley, soprannominato dagli inglesi “padre dell’aeronautica”, basò i suoi studi sui modelli presenti in natura. Progettò anche lui un modello di ornitottero ispirandosi all’airone. Per osservarne un esemplare da vicino, ne abbatté uno sparandogli con un fucile nella sua proprietà. L’ingegnere realizzò anche un suo progetto di dirigibile questa volta prendendo ispirazione non da volatili bensì dalle trote.
Non manca l’ispirazione dal mondo vegetale: dalla samara dell’acero concepì il funzionamento dell’elica e dal dente di leone una macchina dotata di ali a forma di paracadute.
Solo nell’autunno del 2010, l’università canadese di Toronto riuscì a concretizzare il primo volo di un ornitottero così come lo aveva concepito Da Vinci.
PICCOLE IFE
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