1. Se ti dico Lo Sclerozio, a cosa pensi?
GFood🥨: Lo Sclerozio per me è il momento in cui raccolgo me stesso e quello che amo in poche righe. Parlo di ciò che amo: il cibo. Proprio grazie a lui, con il passare del tempo, questa responsabilità complessa è diventata un impegno che mi porta quasi sempre a superare le mie paure, garantendo informazioni chiare e (spero) qualche emozione.
Ruggine🔨: È uno spazio dove posso esprimere le mie idee di ciclo virtuoso e sostenibile, dando nuova vita a materiali esausti. L’essere umano deve comprendere (o almeno provarci) che la palla su cui viviamo non è una fonte di energia da sfruttare ma la casa che ci ospita nella sua grande natura. Perché in fondo cos’è l’Homo sapiens senonché un animale creativo?
IPA🍺: A una di quelle cose che scopri pian piano - detto da uno che ancora non ha la minima idea di cosa sia -. Proprio per questo è travolgente, come ogni esperienza che si dovrebbe fare nella vita. È un punto d’incontro, un crocevia in cui puoi incontrare chiunque rimanendo aperto al cambiamento. Onestamente per me è un po’ come imbarcarmi verso il viaggio verso la consapevolezza di volere, e quindi poter, far qualcosa.
2. Da cosa nasce questo progetto?
Er Gino🌱: è nato per caso ed ha continuato allo stesso modo, ma non per caso siamo arrivati ad oggi.
Quando stampai le prime 150 copie non mi resi conto di come quell’opuscoletto, simile ai volantini della Chiesa, ma con tutt’altro contenuto, mi avrebbe insegnato tanto.
Drupo🍈: Lo Sclerozio non nasce dal caso, ma dal desiderio di rendere più vivibile la nostra quotidianità.
Quando presi dalla fretta, dalle sessioni e dagli appunti non ci rendiamo conto della bruttezza che tenta di emergere intorno a noi, è allora che stiamo sacrificando la nostra felicità in nome della distrazione. Nasce perché vale sempre la pena di investire nella bellezza.
La Nonn🐱: È stato un processo naturale e spontaneo, un progetto nato in un momento di bivacco con un paio di amici, con i quali ci siamo divertiti a fantasticare su come cazzeggiare e informare allo stesso tempo. Quella sera sono nate le idee delle prime rubriche e delle vitis vignette, fu da subito semplice e, seppur inconsapevolmente, capii subito di aver trovato il mio luogo della mente.
3. Come ti ha cambiato?
Ruggine🔨: Nel Lo Sclerozio mi sento libero di esprimermi senza giudizi e pregiudizi. Ascoltare e comprendere le opinioni degl’altri sono state capacità che ho affinato negl’ultimi due anni stando all’interno di questa sclerata redazione.
GFood🥨: In un primo momento pensavo che scrivere per qualcuno che ne potesse sapere meno o addirittura più di me, sarebbe stata una responsabilità difficile da assolvere. È il sogno di fare lo scrittore che si è sempre avverato. Oggi, per me, è un modo per esprimere quello che ho nel profondo non solo con la scrittura, ma anche attraverso idee, immagini, discussioni o esperienze.
Disperso🧭: Fino a poco tempo fa ero solo un lettore, ho quindi sino ad ora ammirato questa bella realtà dall'esterno, lasciandomi ispirare dagli articoli di chi ha creato lo sclerozio partendo da zero.
4. Cosa vedi nel futuro del Lo Sclerozio?
GFood🥨: Lo dico direttamente a lui:
Caro Sclerozio, hai passato un anno difficile ma noi ife abbiamo tenuto duro per te. Quando arriverà la ‘primavera’ per noi studenti, anche per te sarà il momento di rialzarti, di poter tornare ad essere sfogliato e portato in ogni posto dell’Università. Sarà bellissimo, tutti parleranno di te e noi saremo fieri di quello che stiamo progettando per il futuro. Non ti deluderò, tornerai a vivere tra le mani (e non solo negli schermi) degli studenti, supportando come sempre il loro sclero ed anche l’ozio.
Con l’arrivo di nuove ife, la redazione ha aperto i suoi orizzonti verso mete che porteranno il giornale ad una visione nuova dei princìpi, dando ai miei amati lettori delle esperienze diverse e soprattutto travolgenti.
Disperso🧭: Il futuro del giornalino sarà ricco di novità e nuove scoperte, sembra quasi la frase di un biscottino della fortuna, ma la differenza è che sono certo si avvererà.
IPA🍺: Non parlo di cambiare il mondo ma nemmeno di far finta di non esserci, sono uno di quelli che crede che ognuno nel suo piccolo possa fare qualcosa. E quindi sono qui, nel mondo in cui cerco di farmi spazio tra gli ostacoli della vita e in cui ogni tanto mi perdo. Perciò lo Sclerozio appare come un sentiero non proprio definito da seguire, lungo il quale potrò, a mio modo, lasciare un’impronta per chi, per sbaglio, si troverà sullo stesso percorso.
Er Gino🌱: Dopo due anni, spero che Lo Sclerozio possa continuare ad essere letto, magari prima o poi nuovamente in forma cartacea nell’Università di Bari, dove è nato, e forse anche altrove. Perciò auguro a tutta la redazione, attuale e passata, ed ai nostri lettori, di non perdere mai quel dono magnifico che rende giovani per sempre, la curiosità.
Ruggine🔨: Per quanto è triste da un certo punto di vista, è bello pensare che Lo Sclerozio è stato per alcune Vecchie Ife un percorso così lungo da vedere per loro un inizio ed una fine. È anche bello pensare che ci sono Nuove Ife, sprizzanti di energia ed entusiasmo che riusciranno a smuovere gli animi anche a noi che ci definiamo Capostipiti o Superstiti. Molti sono i progetti in scrittura e tanta è la nostra voglia di fare. Però in questo periodo di incertezza continua sul futuro è difficile portare alla conclusione qualsiasi cosa. Le incertezze crescono e la fiducia in questo meraviglio giallo progetto a volte cala. Ma noi ce la mettiamo tutta, io voglio mettercela tutta.
Per questo nostro secondo compleanno abbiamo deciso di rivelarci a voi cari lettori. Togliere quella distanza tra Attore e Personaggio così da mostrare a voi (ma soprattutto a noi stessi) che i nomi da editor che ci siamo dati non sono delle maschere ma la nostra visione del mondo. Grazie di tenerci compagnia, grazie di leggere i nostri articoli, grazie per non averci fatto smettere di sognare. Auguri al Lo Sclerozio!
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