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Immagine del redattoreLe piccole Ife

Intervento del Fridays For Future alla conferenza stampa di apertura della Fiera Levante

Aggiornamento: 23 feb 2021

Ieri, giovedì 12 settembre i ragazzi del Fridays For Future hanno preso la parola durante la conferenza stampa di apertura della Nuova Fiera del Levante, qui di seguito riportiamo il testo integrale del loro discorso!

Da decenni la Fiera del Levante è uno degli appuntamenti più importanti per la nostra città, la Fiera è crocevia di idee, merci, culture e proposte di cui i baresi, e non solo, fanno grande tesoro. In questo momento ci riteniamo ancora più parte della nostra Fiera perché per la prima volta partecipiamo attivamente a questo scambio di idee e di proposte, e ringraziamo chi ci ha dato questa possibilitàː Annamaria Ferretti e Alessandro Ambrosi, Presidente di Nuova Fiera del Levante.

Parliamo a nome del Fridays For Future, il movimento nato circa un anno fa su iniziativa di una coraggiosa ragazza della nostra età, Greta Thunberg. Alcuni mesi fa, Greta in un’intervista ha dettoː “Non capisco perché i politici ci diano ragione, noi stiamo combattendo contro di loro, dovrebbero difendersi, altrimenti si diano da fare concretamente”. Come chiudere gli occhi dinanzi al disinteresse che gran parte della classe dirigente ha per la salute dei cittadini e della nostra Terra? I momenti di crisi sono spesso i più opportuni per mettere in discussione il proprio operato e ristabilire le proprie priorità. E siamo davanti non solo ad una crisi economica, politica e sociale, ma davanti ad una crisi ambientale, una crisi di sostenibilità. Non c’è bisogno di andare troppo lontano per individuare emergenze ambientali di portata storicaː in Puglia non ci facciamo mancare nienteː l’inarrestabile morìa degli ulivi, nostra storia e nostra ricchezza, dovuta al batterio Xylella fastidiosa; la distruzione dei raccolti a causa delle violente grandinate primaverili di quest’anno; la presenza sempre più invadente di micro e macroplastiche nei nostri mari apprezzati in tutto il mondo, i danni ambientali e umani dell’inquinamento dell’ILVA; l’agricoltura insostenibile che fonda il suo profitto sullo sfruttamento umano; la Riserva naturale delle saline di Margherita di Savoia svenduta ad una multinazionale estera, invece che protetta come un tesoro.

Ma è l’Italia tutta che soffreː i quattordici milioni di alberi distrutti dal ciclone Vaia in Trentino, Veneto e Friuli in ottobre scorso ; il Po e i suoi affluenti, il lago Maggiore e d’Iseo in secca già da febbraio; la scomparsa del 30% dei ghiacciai alpini negli ultimi cinquant’anni; la scomparsa sempre più evidente di insetti impollinatori, che solo nel 2018 ha prodotto un calo del 2,5% nella produzione del miele e produrrà, con gli anni, danni incalcolabili all’agricoltura e quindi a tutta la catena alimentare; i danni da inquinamento e smaltimento illecito di rifiuti tossici nel Sud Italia, ultima zona colpita la provincia di Cagliari; l’invasione di specie aliene su gran parte del territorio nazionale, vegetali, come l’Ailanto (Ailantus altissima), o animali, come il Parrocchetto monaco (Myopsitta monacus), indici evidenti del cambiamento delle temperature; e si potrebbe andare avanti ancora a lungo. E tutto ciò è spessissimo aggravato da disaccordo, incertezza, incompetenza, particolarismo della politica locale e ignorato da quella nazionale.

I danni sono molti, e a fronte di un quadro così catastrofico, noi chiediamo che la politica prenda atto urgentemente e sinceramente dell’emergenza e della necessità di misure radicali, manifesti un’attenzione concreta, non solo nella cura dei disastri, ma soprattutto nella prevenzione e protezione negli spazi naturali e urbani, in una gestione degli spazi industriali rispettosa dell’uomo e dell’ambiente.

Non siamo qui a darvi lezioni, perché non ne abbiamo le competenze. Siamo qui a chiedervi di prestare interesse, di assumere consapevolezza dei danni che la politica dello sfruttamento determina, di dare ascolto non a noi, ma ciò che vastissima parte del mondo scientifico grida da ormai decenni. Siamo cittadini, e siamo qui ancora a parlare, nonostante le immense delusioni ricevute negli ultimi decenni dalle generazioni che ci hanno preceduto, crediamo ancora, e fortemente che dal dialogo con le istituzioni possano sorgere nuove e concrete proposte. Noi ci sentiamo dire spesso che “siamo il futuro”, ma per evitare che il futuro ci sfugga di mano necessitiamo ora di progetti, di stanziamenti, di prospettive di lungo termine, non di promesse che hanno come ultimo orizzonte le successive elezioni. Sostenibilità significa proprio usare una risorsa mantenendone la disponibilità per le generazioni successive.

Riteniamo che i provvedimenti realizzati dagli ultimi governi incaricati, riguardo la crisi di sostenibilità, siano stati decisamente scarsi, timidi, carenti, spesso limitati, e certamente insufficienti a fronte di una emergenza. Perché, per esempio, nonostante sembrasse una delle priorità del contratto del governo appena conclusosi, l’emergenza ambientale è stata sacrificata per far spazio ad altre leggi? Perché sono stati relegati in ultimo ordine la tanto favoleggiata riforma della Politica Agricola Comune e il sostegno alla ricerca e alla economia verde?

Non avendo motivazioni per fare distinzione di colori di bandiera, a prescindere dalla situazione politica delineatasi nelle ultime settimane, noi chiediamo più attenzione, da parte di tutte le forze politiche, non per un mero capriccio ambientalista, ma per una esigenza diffusa di cambiare rotta, chiediamo di tornare a conoscere ed amare la Natura piuttosto continuare a sfruttarla nell’ottica di ottenere sempre di più. Chiediamo una maggiore protezione delle foreste, un intervento deciso nella protezione e nella salvaguardia dei mari, nell’istituzione di nuove aree protette e nella cura di quelle già istituite, nella gestione dei rifiuti, nei divieti ai pesticidi più pericolosi per persone e animali, chiediamo ancora maggiori incentivi all’uso delle energie rinnovabili. Non chiediamo tutto questo per un interesse personale, ma anche per una esigenza economica, lo chiediamo per il nostro futuro, per il presente di tutti; chiediamo che chi siede nei palazzi del governo custodisca il patrimonio naturale, agricolo, rurale, urbano e sociale, che tutto il mondo ci invidia, chiediamo che sappiate mostrare quali sono le vere priorità del momento alle masse che vi seguono e vi ascoltano. L’industria e la produttività non hanno l’obbligo di lavorare solo nell’ottica della speculazione, dello sfruttamento e dell’iperconsumo, ma si può far progredire nel nostro Paese, come in tutto il mondo, un’ottica di cooperazione, per la tutela ed il rispetto del diritto alla salute, la protezione dell’ambiente e per il raggiungimento del benessere sociale ed economico. Chiediamo che la classe politica e dirigente italiana sappia far valere le medesime istanze anche nelle sedi internazionali, nell’Europa della cooperazione che noi giovani abbiamo imparato a sognare.

Crediamo ancora di vivere in un Paese in cui il popolo è sovrano, ed esso è principale protagonista della politica nazionale.

Non è uno sforzo che vi chiediamo, né di avere ragione, né di farci un favore, semplicemente vi chiediamo nuove priorità. È una nostra richiesta, e siamo pronti ad agire insieme a voi in qualunque senso pur di raggiungere questi obbiettivi; è una richiesta dei giovani, è una richiesta del popolo.

Come dice un proverbio, non avete ereditato la terra dai vostri padri, ma l’avete presa in prestito dai vostri figli.

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