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Immagine del redattoreLa Nonn

Istinti distinti


Gli animali da sempre sono guidati principalmente da istinti, ovvero da comportamenti innati, insiti nel patrimonio genetico, che non dipendono né da volontà personale dell’individuo, né dall’apprendimento (a differenza delle pulsioni). Diversi sono in natura gli esempi di istinto animale che non trovano una giustificazione nell’esperienza o nella volontà, uno tra tutti è la migrazione degli uccelli, o anche l’attrazione sessuale animale e umana, molti meccanismi della nostra vita sociale trovano sfogo in questa definizione.

L’uomo è un animale che a differenza di altri con il tempo ha imparato a non seguire soltanto l’istinto ma anche i ragionamenti e la ponderazione dei comportamenti. Tuttavia, spesso sono proprio questi istinti a guidare i ragionamenti del nostro agire. Pensandoci, in ogni nostro comportamento ritroviamo gli istinti animali che cerchiamo di sopprimere. Un esempio lampante è sotto i nostri occhi proprio in questo periodo in cui per forza di cose ci siamo ritrovati a limitare i nostri spostamenti all’interno della nostra abitazione.

Il primo istinto al quale abbiamo fatto riferimento è l’istinto di sopravvivenza o di autoconservazione, l’istinto di vita, come lo ha definito Sigmund Freud, legato alla sensazione di paura vista come risorsa che stimola la prudenza. Un esempio nel mondo animale di questo comportamento è l’Hymenopus coronatus o più comunemente la mantide orchidea, una mantide che una decina di giorni dopo la sua nascita effettua una muta che la rende in tutto e per tutto simile al fiore di cui porta il nome, così facendo può sorprendere api, mosche e farfalle, le sue prede abituali, senza essere notata dai suoi predatori, come uccelli, mammiferi e rettili che cacciano a vista.



Il secondo istinto al quale abbiamo fatto riferimento è quello di aggregazione essendo l’uomo, come scritto dal filosofo greco Aristotele, un animale sociale. Infatti, Darwin sostiene che nella lotta per la vita ciascun animale sente il bisogno di stare vicino ai propri simili per poter ottenere aiuto e difesa. In natura ritroviamo questo comportamento nei suricati, manguste della famiglia degli Erpestidi, che vivono e si spostano in gruppi di massimo 30 individui che durante il giorno si cibano di insetti e di altri piccoli animali. Quando sono allo scoperto sono vulnerabili, così, mentre alcuni membri del gruppo mangiano, altri fanno la guardia, stando dritti su zampe posteriori e coda.

Nel nostro piccolo anche noi umani pur non rendendocene conto (probabilmente) Abbiamo trovato applicazione di quest’istinto durante questi mesi, quando abbiamo sentito la necessità di stare connessi in videochiamate, abbiamo sentito la necessità di andare a fare la spesa, abitudine odiata da sempre ma che ci siamo accinti ad eseguire giusto per verificare la presenza di altri individui nel mondo, abbiamo sentito la necessità di cantare tutti insieme ognuno da proprio balcone, abbiamo purtroppo anche condiviso la rabbia di questo periodo che non ci mette a nostro agio. Anche in questa situazione un po’ paradossale ma ciclica nella storia abbiamo ridimostrato a noi stessi di essere degli animali e di vivere, anche se in modo articolato e distinto da quello che era originariamente, d’istinti.


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