Molto tempo orsono l’essere umano era in così stretto contatto con la natura che ne faceva parte. Osservava le stelle, le piante, l’ondeggiare delle fiamme e ascoltava il cinguettio degli uccelli e il vento che prendeva voce nelle chiome degli alberi.
Adesso parliamo spesso della Natura come qualcosa di lontano da noi, lontano dal termine Uomo. La studiamo per conviverci insieme oppure per recintarla in qualche riserva naturale. Abbiamo deciso noi di vederci al di fuori della natura, di crederci superiori e di consumarne le bellezze e le risorse. Ma possiamo davvero dire di essere così distanti dai cicli naturali? Alla fine dei conti che cos’è l’uomo?
La specie in cui tutti gli esseri umani di oggi appartengono è quella degli Homo sapiens che rientra nel Regno Animalia. Perciò in termini biologici noi siamo animali. Ma, distaccandoci dalle definizioni “scientificose”, quali sono le caratteristiche che ci distingue dagli animali e quando è avvenuto questo cambiamento?
A mio parere, l’uomo è diventato ciò che definiamo tale quando ha capito che il mondo interno a sé l’avrebbe letteralmente schiacciato se non si fosse inventato qualcosa. Mammut, leoni delle caverne, orsi ma anche altri bei predatori erano pronti a mangiarci perché facili prede. In più aggiungiamoci le avversità ambientali (glaciazioni, terremoti ecc.) che sicuramente non hanno reso semplice la vita dei nostri antenati.
Come ha potuto un primate che si grattava il sedere sugli alberi evolversi a tal punto da diventare ciò che siamo oggi.
Si è dovuto pur inventare qualcosa. Si è inventato l’inventiva.
Con il legno ha costruito ripari, utensili da cucina e da caccia.
È stato per secoli il nostro unico combustibile. Il primo contatto con il fuoco l’avremo avuto per via di un fulmine oppure a causa di un incendio boschivo. Però siamo riusciti a ricreare quelle fiamme sfregando due rametti finché non ne fuoriusciva della brace e scalfendo un pezzo di selce contro uno di pirite osservandone le scintille.
A chi verrebbe mai in mente ai giorni nostri di prendere due pietre e sbatterle una contro l’altra per vedere che succede, forse non lo facciamo perché non ne abbiamo bisogno oppure perché non siamo più curiosi. I nostri antenati lo erano moltissimo, avevano un mondo da scoprire, caverne da dipingere, radici da assaggiare e pietre da modellare.
Cioè, quei ominidi che noi etichettiamo come primitivi hanno costruito lame affilatissime da pietre di selce ed ossidiana con una tecnica a dir poco assurda; solo il nome fa pensare a qualcosa di impossibile: la scheggiatura della selce. Come è possibile avere schegge affilatissime di pietra senza tutta la tecnologia che abbiamo oggi? Eppure, utilizzando ossa, cuoio e tanta pazienza sono riusciti a costruire armi letali per mammut dalla pelle spessa, utensili per tagliare e spellare, asce per abbattere alberi.
La spiccata inventiva, la forte curiosità e la manualità versatile sono argomenti a me molto cari e sono, sempre secondo me, aspetti fondamentali della nostra evoluzione che ci hanno reso ciò che siamo oggi. Possiamo definirci ominidi assuefatti dal mondo virtuale che ci siamo creati oppure grandi scienziati, astronauti, costruttori, botanici; fatto sta che il nostro passato è uno ed uno solo ed è immutabile.
È assurdo pensare di dovere tornare a vivere nelle caverne e cacciare per salvare la nostra casa comune però può essere utile dare uno sguardo a quello che eravamo per muovere i primi passi verso un futuro più sostenibile, naturale e che dia la possibilità a tutti di emergere ed essere ciò che si vuole.
Se ne avrete l’occasione in queste vacanze ristrette, provate anche voi ad osservava le stelle, le piante, l’ondeggiare delle fiamme e ad ascoltare il cinguettio degli uccelli e il vento che prende voce nelle chiome degli alberi. Forse c’è qualcosa dentro di noi che ci spinge ancora a scoprire questo mondo che gente triste definisce come finito. Forse abbiamo la voglia di rispondere a quel richiamo che ci riavvicina alla nostra culla.
Facciamo ancora parte della natura, ci siamo solo scordati la via di casa.
Buone feste da Ruggine
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