Hey ma.. dove sono? Ah, ecco. Ciao a tutti! Sono IPA (Il Più Arzigogolato), un nuovo arrivato all’interno del gruppo dello Sclerozio! Mi hanno riferito che come prima cosa dovrei presentarmi, quindi eccomi qui: sono un (quasi) gastronomo appassionato del mondo del cibo.
Chiariamo, non mi riferisco al semplice piacere di mangiare, ma alle infinite connessioni che il cibo crea col resto della nostra vita quotidiana. Nella mia avventura in questo strano luogo vorrei riuscire a portare qualche nuova prospettiva attraverso la quale vedere il cibo – e già da adesso posso anticiparvi che per comprendere meglio, bisogna mettere da parte le proprie convinzioni per un po’ e prepararsi a sentire prurito in giro per il corpo.
Il giorno in cui mi sono reso conto della complessità del mondo del cibo (e in parte della stupidità umana) è stato quando, mentre lavoravo da cameriere, mi veniva ordinato un fritto misto. Quando il piatto arrivò al tavolo, la giovane coppia mi chiese se potessi far vedere loro il pesce fresco che avevamo in cucina. Richiesta che ci sta, eh. Se non fosse che nel momento in cui indicavo il calamaro, la Lei della coppia fece una faccia spaventata mista a sorpresa e poi disse: “ma quindi i calamari non sono a forma di anelli!”. Con questo non voglio dire che il mondo del cibo è complesso perché una tizia dal nulla pensava che i calamari fossero veramente a forma di anelli, ma evidentemente in alcuni c’è un po’ di confusione. Questo perché, secondo me, non facciamo più realmente attenzione a quello che mangiamo nonostante l’atto del mangiare stia alla base della sopravvivenza. Alla base di questa mancata attenzione c’è la distorsione del significato di “buono”. Possiamo essere d’accordo che le patatine fritte e gli hamburger siano “buoni” perché ci sentiamo soddisfatti da tutto quel sale che prende a pugni le papille gustative, ma non è la giusta concezione di “buono”. Basti pensare all’evoluzione gustativa di ognuno di noi: chi da piccolo pensava che ogni verdura facesse schifo e che poi, pian piano, ha cominciato a mangiare e a rivalutarne la “bontà”? Poi vabbè, c’è l’eccezione dei broccoli che veramente non capisco come facciano a piacere alla gente – ma questa è un’altra storia.
Essere aperti al cibo per me vuol dire aprirsi al mondo. Chi viaggia all’estero e va a mangiare nei fast-food perché sa esattamente quello che troverà, vuol dire che non sta realmente viaggiando. Chi mangia cose senza chiedersi ogni tanto da dove vengono e come sono fatte, non sta realmente mangiando. E se in più non ti chiedi un attimo che effetto avrà quel cibo sul tuo corpo, sicuramente non stai mangiando consapevolmente. Soprattutto se mangi broccoli. Ora, spero che da queste poche righe siate riusciti a capire che sarò leggermente fastidioso e polemico su alcune questioni del mondo del cibo, ma farò in modo di non farvi sentire troppo in colpa e di meravigliarvi allo stesso tempo. Ce la farà il nostro eroe? Lo scopriremo nelle prossime righe! Intanto vi lascio un prezioso suggerimento: gli unici ingredienti della Carbonara sono tuorli d’uovo, pecorino, GUANCIALE e pasta (possibilmente “paccheri”) – no panna e no pancetta, grazie!
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